Giovanni Valletta. Eguaglianze disomogenee Installazione site-specific presso la Fondazione Palmieri di Lecce Inaugurazione: domenica 20 ottobre 2013, ore 19

News & Events

Giovanni Valletta. Eguaglianze disomogenee Installazione site-specific presso la Fondazione Palmieri di Lecce Inaugurazione: domenica 20 ottobre 2013, ore 19

2013-10-15

Titolo del progetto espositivo: Giovanni Valletta. Eguaglianze disomogenee

Curatore: Lorenzo Madaro

Luogo: Fondazione Palmieri (Lecce), vico dei Sotterranei

Periodo: 20 ottobre – 2 novembre 2013

Inaugurazione: domenica 20 ottobre 2013, ore 19

Catalogo: Pensa Editore, con testi critici di Pietro Liaci e Lorenzo Madaro

Info: 338.63.38.627

 

Sarà inaugurata domenica 20 ottobre 2013 alle ore 19 pressola Fondazione Palmieridi Lecce l’installazione site-specific dello scultore salentino Giovanni Valletta.

 

Come scrive il curatore del progetto Lorenzo Madaro: «Oggi Giovanni Valletta propone i risultati di un lavoro lento e meticoloso che nel linguaggio dell’arte contemporanea si predilige chiamare “site specific”, proprio perché progettato per uno spazio determinato. L’opera è stata infatti concepita per la navata della cinquecentesca chiesa di San Sebastiano a Lecce, sede della Fondazione che Luciana Palmieri ha donato alla collettività, come luogo dinamico e eclettico per la divulgazione culturale. In occasione di una recente mostra del suo amico e sodale Gino De Rinaldis ha frequentato questo spazio, osservandone la conformazione, il sottile gioco di vuoti e pieni, le affascinanti nicchie vuote sulla grande di fronte all’ingresso e il carattere longitudinale di un ambiente che nei secoli ha ospitato momenti differenti di singole persone e di un’intera comunità religiosa e poi culturale. In quell’occasione ha deciso di concepire questo nuovo progetto, di abbandonare momentaneamente il registro ordinario della singola scultura “da camera” per dare vita a un lavoro ambientale, installativo.

Si muovono tra caratteri concavi ed esperienze convesse i brandelli di ottone dorato che vivono lo spazio della contemplazione dell’opera; riflettono le forme dello spettatore e il corposo carattere della navata, si scompongono e mirano a un percorso trascendente. E questo aspetto in un’architettura sacra come l’ex chiesa di San Sebastiano significa anche percorso in salita, difatti i brandelli plastici dopo aver percorso il tragitto longitudinale tentano una scalata verso la nicchia centrale sul fondo, sospese su una parete ricoperta da un tessuto. 

Siamo noi tutti quei lacerti di materia remota?  I singoli elementi vanno letti nella totalità dell’opera o nella singolarità delle loro caratteristiche? Questi lembi di ottone – che sembrano quasi dei reperti che testimoniano la vita di un popolo sconosciuto, vissuto in un’epoca a noi ignota – rimangono porzioni che vivono nella dimensione dello scambio, del reciproco rapporto di masse materiche e percezioni cromatiche, da reinventare però in un flusso continuo di relazioni, con altri spazi, con nuovi spettatori. Rimane però, tra i numerosi percepibili in questo lavoro, la radice territoriale uno dei punti di riferimento di quest’opera».

 

 

Secondo l’artista Pietro Liaci: «Gradualmente affiora, nel continuum che Giovanni Valletta rappresenta nello spazio poetico dell'arte, la sensibilità e la leggerezza della neoinstallazione, percorrendo così dal piano orizzontale a quello verticale la superficie levigata fino a diventare luce ed evanescenza mentale inafferrabile.

Valletta, attraverso eguaglianze disomogenee, conflittualità ed armonia, destina la voce dell'intuizionismo e la forza creativa all'interno dell'evoluzione spirituale-temporale. Il tempo di tékhne oggi giace oramai oltre il pensiero, la bellezza è infinito rapporto e senza il tramonto ogni cosa sarebbe inevitabile. Ciò esclude una possibile spiegazione, di come Valletta passi ad un fare progettuale-concettuale dopo aver attraverso sentieri plastici a vocazione astratto-sperimentale. Modalità operativa da cui si evince che l'opera d'arte è opera pura e si presume, perciò dotata del senso della totalità della percezione etica ed estetica».